giovedì 14 ottobre 2010

less is more




Non abbiamo più dischi. Perchè compriamo tutto su i tunes.
E tra un pò di anni ( andrà così lo so, lo sapete) nemmeno libri e i giornali.
Li scaricheremo sull'i pad e sul kindle.
Le case sono destinate a cambiare e foto come questa non se ne scatteranno più.
Sarà tutto molto "less is more" e soprattutto, gironzolare da nuovo invitato ad un cena in cui non si conosce nessuno, sarà molto più imbarazzante.
Non si potrà più ingannare l'attesa curiosando le coste dei libri e i titoli dei dischi.
Nessuno si farà idee sul padrone di casa. E' un lettore o no? Ascolta musica o no?
Finiti gli incipit a tavola " ho visto che ti piace moravia..." e via a parlare dello sporcaccione che era.
Un bagno di umiltà poi... la casa di un ignorante sarà uguale a quella di un'intellettuale, la libreria come simbolo di potere, Il potere della conoscenza scompare. Magari sostituita da un elegante mobile porta hard drive.
E nemmeno quello, perchè tanto sarà tutto remotato da qualche parte in un deposito a cupertino, e noi richiameremo dati via rete solo quando ci servono.

Non è detto che sia un male, magari le conversazioni saranno più curiose e guardinghe, e in fin dei conti ci si farà meno preconcetti su chi ci ospita.

Cosa avremo quindi? 
Probabilmente un tablet portatile,  un wi fi potentissimo e molto più spazio.
Uno schermo enorme poi, va da se (magari anche quello sarà un ologramma e una volta spento.... altro vuoto nel soggiorno...)

Certo la bellezza delle suppellettili, degli arredi,  dei soprammobili ("quello l'ho preso in Birmania l'ultima volta. Un viaggio bellllissssssimo..") continuerà a parlare di noi.
Una casa è un pozzo di segnali sul suo proprietario praticamente inesauribile.
Diciamo che un simbolo materiale della nostra formazione culturale e sentimentale si avvia a divenire immateriale e invisibile ai nostri ospiti.


the seacher


la foto è uno scatto bellissimo tra i molti della leggendaria  magnum photos. E' qui

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