venerdì 28 settembre 2012

il culto di Gaia




Ho scoperto di recente un blog molto interessante.
E’ cristiano, con sfumature tradizionaliste, frequentato da cattolici che tendono a difendere la tradizione ed a criticare (finalmente) con franchezza la cosiddetta secolarizzazione.
Io non sono credente 
(neppure sincretico/buddist/shintoistaortodossosolodidomenicaconfucianopanteista...), ma mi è piaciuto leggerlo perchè è senza infingimenti e inciuci, ci sono interventi di cattolici radicali, che si schierano e difendono i dogmi, le proibizioni. Spesso con competenza
scientifico-medica, anche se orientata è ovvio. 
Per farvi capire gli schieramenti i peggio trattati sono Margherita Hack e l'ormai defunto Cardinale Martini....
Però ho trovato degli spunti interessanti e, come dire, non allineati. Uno in particolare mi ha fatto riflettere, riguarda quello che un commentatore ha definito 
il neo-paganesimo del culto di Gaia, il nostro pianeta.
E’ vero. Un sentire diffuso nell’opinione pubblica percepisce la terra, la natura, come il luogo del buono, del perfetto, del sostenibile e vive l’umanità come virus che turba gli equilibri millenari del globo e identifica ciò che è “umano” come corrotto perchè devia dalla saggezza del naturale.  Non lo avevo mai considerato in questo senso (nel senso di un vero culto seppure inconscio) ed è una riflessione acuta.
La risposta che i cattolici danno a questa deriva sta nella conseguenza del superamento della società come antropocentrica, per portarla in un territorio, come l’antispecismo, in cui l’uomo non è più centrale nella visione dell’esistere, ma specie tra le specie. In casi estremi si teorizza la possibilità di danneggiare l’uomo per salvaguardare la natura. 
Di paganesimo si tratta senza dubbio. Per il cristiano questo è inaccettabile ovviamente, perchè ha come conseguenza la fine del rapporto privilegiato tra Dio e l’uomo a sua immagine e somiglianza e più sottilmente della gerarchia tra l’uomo e la natura, che per il cristiano può essere sfruttata e usata, mentre per il neo-pagano ovviamente no.
Questa natura neo-pagana però è ideologica, finta, costruita.
Qualunque contadino, vi racconterà senza retorica e sdolcinature che cos’è davvero la natura. Uno spazio che non è “morale” e nemmeno “filosofico” ma semplicemente “è”.
Incesto, cannibalismo, stupro rituale etero e omosessuale, aggressioni, scontri mortali per la leadership, abbandono degli esemplari deboli… tutto questo succede nel mondo naturale ogni giorno. Esistono pratiche che il buon selvaggio da terzo millennio non tollererebbe, quindi le censura e della natura usa una fotografia ripulita, edulcorata e sostanzialmente addomesticata per piegarla ai propri fini. Per il non-cristiano lo scopo è dichiarare il pianeta come luogo perfetto ed indicarlo come esempio da seguire.  Non c’è bisogno di Dio, noi non siamo così speciali, siamo una razza come un’altra, è altrettanto nobile occuparsi di babbuini che di bambini poveri, di cani abbandonati che di affamati in africa.
I conti tornano. L’uomo contemporaneo affoga in questa contraddizione sempre più a fondo, in un equilibrio instabile tra ingordigia consumistica e ricerca del sé. I beagle dei centri di vivisezione sono adottati a fiotti mentre in Italia, già nel lontano 1998, si macellavano circa 90 milioni di bovini l’anno per consumo alimentare. 
Il vegetarianesimo infatti è un altra frontiera del culto di Gaia, nonostante si possa obiettare che la domesticazione e la macellazione appartengano alla notte dei tempi (esistono poi animali carnivori) ma sono “umani” appunto e non “naturali”.
Il vegetarianesimo attecchisce però molto meno di una generica ammirazione per la perfezione naturale. E si capisce il perché… aggiungere alle pause estatiche davanti ai tramonti, la scomparsa dl prosciutto crudo dalle proprie cenette è faticoso… puzza già di precetto, di religione appunto. E poi il maiale non è l’airone...
La crescita sostenibile e la decrescita tout court sono poi gli altri cavalli di battaglia del neo-pagano. Produrre meno, crescere meno, salvaguardare il pianeta il più possibile. Ed anche qui tra le contraddizioni evidenti ne cito una; un recente articolo di giornale ha messo in luce l’enorme quantità di energia che i data center di internet sparsi nel mondo consumano. Ma certo una macchina che scarbura per strada è un immagine di inquinamento del pianeta molto più evidente di un asettico mac sul nostro tavolo.
(Il downsizer contemporaneo poi ha uno ed un solo mezzo di locomozione: La bicicletta.) 
Paradossalmente il cristiano potrebbe non essere un ecologista convinto, forse in modo meno ipocrita il cattolico ritiene infatti che il mondo sia stato creato per lui, per la sua vita e che nel pianeta deve (e può) trovare nutrimento e conforto materiale. Al morale ci pensa Dio.
Il neo-pagano no. Si sente perennemente in colpa, è come avvertisse di dover chiedere continuamente scusa alla terra, la regressione verso il non-intervento potrebbe portarlo anche ad estremi (e ne ho conosciuti) come i frugivori, o certe sette che si rifugiano in zone sperdute tornando a forme di organizzazione da cacciatori-raccoglitori. Praticamente tornare al paleolitico per non disturbare la natura.
Ecco se la guardiamo da lontano, la struttura di pensiero che sacralizza Gaia passando dalla decrescita, alla sostenibilità, al riciclo, all’impatto zero, finendo alle battaglie vegetariane, anti-vivisezioniste, disegna certamente un culto para-religioso molto preciso; che delegittima l’uomo, come un protervo ospite del pianeta in cui deve muoversi in punta di piedi in attesa, forse, di sparire di nuovo.
Certo ho estremizzato. Esistono Cattolici che adorano solo lattuga e vivono in povertà accanto a laici consumatori bulimici e felici. Ma non avevo mai riflettuto su quanto conformismo e distorsione ideologica ci potesse essere  nel rispetto del territorio e quanto, in questo si possa nasconder un sottile disprezzo per l'essere umano.



cito le mie fonti. Il blog si chiama www.libertaepersona.org/wordpress/



the searcher



1 commento:

LUCA ha detto...


E da che pulpito la predica (mai dicitura fu piu’ opportuna)!. Un vegano si capisce in confronto a un cattolico integralista al massimo e’ un dilettante, vero pivello della dottrina; lui ci ha l’ideologia finta e costruita, mica come quella collaudata millenaria della chiesa di Pietro che dopo un piccolo rodaggio patristico iniziale per sfoltire i vangeli apocrifi, gira che e’ una meraviglia. Lasciate lavorare i grandi che di debellare i pagani se ne intendono, altro che postmodernita’: basta seguire la classifica – catholics number1 e poi si seguito gli altri giu’ giu’ fino a scientology, ecologisti e scienziati. Avanti con l’antropocentrismo che ci ha dato tanto, contro i culti para-religiosi new age e radical-chic. Invece di questa spiritualita’ ibrida, molto meglio un bel culto religioso modello diesel, senza grilli per la testa come andava una volta.