mercoledì 13 febbraio 2013

The Sanremo Diaries_day1




Non sempre una formula che funziona in un contesto, funziona sempre.
Il salotto casalingo un po' sandra e Raimondo un pò commedia degli equivoci di Fazio/Litizzetto così efficace su raitre,  sul palco di Sanremo infatti gira fino ad un certo punto.
Il Festival è comunque un appuntamento istituzionale, ed un po' di formalismo non guasta. Presentarlo come il "Mercante in fiera" del pomeriggio di Natale non lo rende più intimo e familiare. Semmai più confuso e con un che di raffazzonato.
Non è un caso infatti che l'unico momento autenticamente Sanremese ( e quindi con la sua cifra di ridondanza trash) sia stato Toto Cutugno con il coro dell'Armata Rossa. Un instante imperdibile, con i volti imberbi dei giovani sovietici che cantavano "Litaliano" con un trasposto che noi abbiamo visto al festival forse solo negli anni '50.  Toto ha giganteggiato, padrone della scena, a suo agio, con quella assenza di vergogna che il nazional popolare richiede e pretende.

Crozza si è preso dei fischi. Povero fiore sopravviverà?  Finisce così quando fai tutti i tuoi show protetto nell'enclave fighetta de La7 o nei teatri  adoranti. Anche tu Crozza, sei disabituato al dissenso, troppo aduso alle lusinghe. Anche tu vivi fuori dalla realtà ed hai dimenticato la gavetta, come quei politici che prendi in giro. Ed ecco che appena trovi un palco vero, dove rischi anche di trovare un elettore PDL che ti si sfancula, sbandi, slitti, vedi le tue certezze messianiche messe in dubbio e a momenti te ne vai. E deve intervenire Fazio, come un leone a proteggerti non dal pubblico (che ha SEMPRE ragione!) ma a salvarti dalla tua stessa debolezza e vanità, dalla figura di merda che stai per fare, ed a  ricordarti la prima ed unica regola di ogni uomo di spettacolo che tu, Crozza hai dimenticato; "The show must go on",

la musica, qualche cenno..
"Marta sui tubi" va sul palco più mainstream che esista in Italia  e cerca di salvare la propria diversità con un bacio alla Litizzetto ed un look da prodigy de noantri. Troppo poco.  E' bello vederli li dopo tanti anni di gavetta, se lo meritano, ma certe trasgressioni all'interno di una cornice così solidamente convenzionale non suonano geniali, semmai un po' fuori posto.
La peggior esibizione della serata però è indubitabilmente nelle mani dello sgangherato duo Cingotti Molinari. Si sono viste coppie da piano Bar fare cose infinitamente più egregie e convincenti lungo tutta la costa adriatica, che credetemi, è piuttosto lunga. Il contro canto/urlo di Cingotti " I want you back!!!" sul secondo brano era agghiacciante, ma vedendo le gambe di Simona e la sua schiena nuda,  sbirciata grazie al gioco si specchi dell'Ariston, capiamo che Peter avrebbe urlato qualsiasi cosa...

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